Cultura e Spettacolo

CELLOLE – ‘Franco Compasso: il meridionalista della ragione’, il libro di Silvano Franco diventa testo universitario: sabato la presentazione

CELLOLE (Matilde Crolla) – ‘Franco Compasso: il meridionalista della ragione’. Sarà presentato sabato, 2 dicembre con inizio alle ore 17 presso l’aula magna a lui intitolata della scuola media ‘Serao-Fermi’, il libro del docente universitario di Storia Contemporanea nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Silvano Franco. L’opera, edita da Caramanica Editore, diventerà testo universitario. Un traguardo importante non solo per il professore Franco, ma per la famiglia del compianto Franco Compasso, uomo politico che tanto lustro ha dato alla sua terra. Il volume si concentra nell’analizzare la figura di Franco Compasso alla luce delle sue esperienza di vita politica e sociale. Franco Compasso può essere visto come l’incarnazione

della coerenza politica: nasce liberale e muore da liberale, nonostante i tanti tentativi nel corso della sua carriera politica di altri esponenti di spicco di partiti diversi, soprattutto della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, di trascinarlo nelle proprie fila. Franco Compasso è riuscito sempre a mantenere la sua posizione, pur sapendo di militare in un partito piccolo e non abbastanza influente. Nonostante ciò Compasso è riuscito ad andare avanti per la sua strada e a diventare l’unico parlamentare europeo del Partito Liberale per il Sud. Tante le cariche politiche da lui rivestite: segretario provinciale del Partito Liberale Italiano di Caserta (1965/1975), nel 1980 segretario regionale dello stesso. Sarà poi nominato vice segretario nazionale del PLI nel ’71, prima con Malagodi e poi confermato da Bignardi e Zanone. Nel 1975 verrà nominato nel Consiglio di Amministrazione della Rai. Saranno questi gli anni della grande riforma e dei nuovi assetti all’interno della

televisione italiana. Una carriera in crescendo quella di Franco Compasso, nonostante non si sia mai piegato a ricatti di natura politica o a pressioni. Tutto questo hanno fatto di lui un uomo di cui si conserva ancora una memoria onorevole. Nel febbraio del 1980 si dimette dal CdA della Rai, dimissioni indotte e non spontanee, in quanto era cambiata la linea politica del suo partito rispetto allo stesso organo. Intanto, su proposta del Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, viene nominato dal Consiglio dei Ministri consigliere della Corte dei Conti ed assegnato prima alla sezione Pensioni e poi a quella Enti locali, di cui diventerà poi vice presidente. Nel 1986 arriva per lui la nomina nel Comitato Consultivo per la valutazione, sotto il profilo economico, tecnico e finanziario, delle questioni derivanti dall’applicazione della legge 3 marzo 1985 n°73, e delle relative deliberazioni del Cipes, organismo deputato agli interventi straordinari nel Terzo Mondo. Nonostante

i tanti impegni di carattere nazionale, Franco Compasso non ha mai dimenticato le sue origini e la sua terra. Non a caso indimenticabili saranno le sue battaglie per il Mezzogiorno d’Italia. Quando siederà nel Parlamento Europeo, come europarlamentare per la Circoscrizione Meridionale, non dimenticherà la sua terra, difendendo il suo Sud in un contesto internazionale. Fonderà poi la rivista Civiltà Aurunca, proprio per portare alla luce e valorizzare la sua terra dalle origini fino ai nostri giorni. La crisi dei partiti, la conseguente ‘Tangentopoli’, lo spingerà verso un lento e malinconico abbandono della politica accompagnato da una fase di profonda riflessione rispetto alla quale non si è più ripreso. Le amarezze di una vita politica così attiva, interessante, soddisfacente, ma nello stesso tempo fatta spesso da personaggi così diversi da lui e da azioni così lontane dalla sua logica morale, lo hanno prematuramente separato dall’affetto dei suoi cari. In particolare dalla moglie, Maria Di Meo, e

dai figli Attilio e Cristina. Franco Compasso però ha lasciato la sua eredità, la sua impronta che resta impressa come ferro rovente nei cuori del suo popolo che oggi, a vent’anni dalla sua dipartita, ancora lo amano e lo ricordano con orgoglio. A lui è dedicata l’aula magna, a lui è dedicata la piazza nel centro storico di Cellole. La sua attività politica, ma anche il suo lato umano e personale diventerà grazie al libro di Silvano Franco oggetto di studio universitario. Sabato, alla presenza del sindaco facente funzioni, Francesco Lauretano, del dirigente scolastico, Luigi Sorreca, dell’editore Armando Caramanica, del presidente della sezione Giurisdizionale della Regione Campania della Corte dei Conti, Michael Sciascia, del professore Raffaele Perrone Capano, dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, della giornalista del ‘Corriere della Sera’, Fiorenza Sarzanini, di Gerardo Bianco, già segretario nazionale del Partito Popolare Italiano, sarà presentato il libro e sarà ricordata la figura

di Compasso. Modererà i lavori il giornalista del Mattino, Gian Paolo Porreca. Seguirà un dibattito. La famiglia Compasso in questi giorni ha manifestato la volontà di spostare l’evento a causa del lutto che ha colpito l’intera comunità cellolese per la prematura scomparsa del sindaco, Angelo Barretta, a cui era stato affidato il compito di aprire i lavori del dibattito. L’obiettivo dell’annullamento era quello di rispettare il lutto di un’intera comunità, nonostante ormai fosse stato tutto organizzato nei minimi particolari. Dopo un confronto con il sindaco facente funzioni, Francesco Lauretano, si è pensato di non modificare nulla nell’organizzazione per due importanti ragioni: trattasi di un evento di carattere culturale finalizzato a ricordare

un uomo che ha dato lustro ed onore al popolo cellolese e alla terra aurunca; in secondo luogo il sindaco Barretta, ricevuto l’invito, aveva accolto con molto entusiasmo l’iniziativa. “La famiglia Compasso ha dimostrato una grande sensibilità pensando di annullare l’evento. Ho apprezzato molto che siano venuti da me per un confronto rispetto alle perplessità dolorose che nutrivano. Ma ritengo che proprio in memoria di Angelo sia giusto onorare un uomo come Compasso, di cui lo stesso Angelo andava fiero”, ha spiegato Francesco Lauretano.

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