SESSA AURUNCA – Volley Sessa, continua la scalata della vetta per le atlete di mister D’Acunto
SESSA AURUNCA – Volley Sessa, continua la scalata verso la vetta della squadra di pallavolo femminile. Tre vittorie consecutive nel girone di ritorno di cui l’ultima contro la prima in classifica, con nemmeno la squadra al completo tra giocatrici influenzate e infortunate. Abbiamo avvicinato ai nostri microfoni il mister Massimo D’Acunto che ci ha svelato i ‘segreti’ del successo della squadra.
Come’è riuscito a mettere in piedi una squadra così forte?
“Partiamo dal presupposto che in palestra sono un rompi scatole, anche se qualcuno usa termini un po’ più coloriti. Ho le mie idee, i miei metodi e per forza di cose devono essere accettati e seguiti, fa parte del mio ruolo. Ma ho anche la fortuna di allenare una squadra fantastica, che mi sopporta e che ha da “quasi” subito creduto in me e nel lavoro che dovevamo fare”.
All’inizio è stato complicato, i cambiamenti sono sempre un po’ traumatici, venivamo tutti da contesti molto diversi e mettere tutte le idee sullo stesso piano non è stato facile, ci sono stati molti scambi di idee anche abbastanza “animati” e tutt’ora ci sono, ma fa parte del gioco e della crescita.Il salto di qualità più significativo che hanno fatto le mie ragazze è stato l’approccio a tutto ciò che sono gli allenamenti e le partite, dall’orario in cui si entra in palestra, allo svolgimento del lavoro fino ad arrivare all’essere atlete anche fuori dalla palestra. Le ragazze sono diventate auto-esigenti con loro stesse in tutto e in palestra questa cosa è palese, è tangibile.
Le ragazze oggi sono più forti perché hanno voluto diventare forti, il segreto è solo questo.
Obiettivi futuri?
“Diventare grandi, il più possibile. Il primo obiettivo per quest’anno è quello di mantenere la categoria per poi mettere le fondamenta per qualcosa di più “elaborato”, che vedrà protagoniste le ragazze del nostro settore giovanile.
L’asso nella manica?
“La domenica non scendiamo mai in campo con una sola squadra. Ce n’è un’altra e non si vede mai: è la squadra delle riserve, degli assistenti, delle ragazze delle giovanili, degli allenatori, dei dirigenti, di si occupa di organizzare le trasferte, di chi ti chiede se hai preso il caffè, di tutti quelli che lavorano dietro le quinte. Quella che io chiamo la “squadra invisibile”. Dopo ogni partita ricevo tantissimi complimenti da tutti per quello che hanno visto in campo ma io faccio pochissimo, nessuno tiene
in considerazione l’immenso lavoro portato avanti dai giocatori invisibili fino al momento che precede la gara, quando anche loro si fermano e diventano spettatori. Questo credo che sia il mio vero asso nella manica”.
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