CELLOLE – Accusato di detenzione illegale di armi, assolto 40enne
CELLOLE – Si e’ tenuta, presso il Tribunale di S.Maria C.V. dinanzi al Giudice Monocratico Dott.ssa Luciana Crisci, l’udienza a carico L.A., quarantenne di Cellole, difeso dell’Avv. Lorenzo Montecuollo ed accusato di detenere illegalmente armi presso la propria abitazione senza le prescritte autorizzazioni previste per legge. A seguito
dell’esame dell’imputato, che ha chiarito diversi aspetti infatti, la parola e’ passata al Pubblico Ministero che in sede di arringa ha ricostruito l’impianto investigativo, il coinvolgimento di moltissimi soggetti indiziati in tutta Italia nonche’ l’attività investigativa della Procura di Grosseto, ed ha quindi chiesto una sentenza di condanna alla pena di 1 anno ed 8 mesi di reclusione. Il difensore dell’imputato
ha però avuto modo di esporre, dopo averlo documentato nell’istruttoria dibattimentale, la genesi precisa dell’acquisto dell’arma oggetto della contestazione nonche il comportamento assolutamente in buona fede dell’uomo, tratto in inganno anche dal sito on line venditore che rappresentava e pubblicizzava parametri
e prerogative assolutamente legali e quindi ingannevoli agli occhi del semplice cittadino non esperto di armi. Per di piu il difensore dell’uomo evidenziava l’assoluta carenza investigativa in ordine alla mancata consulenza tecnica sull’arma da parte della Procura volta ad accertare lo sconfinamento della potenza joule della
carabina prevista per legge. Ne tale carenza era stata colmata da una perizia del Giudice. Gli ufficiali di P.G. prima escussi infatti si erano limitati a dare conto di un blitz a livello nazionale circa la detenzione di armi illegali e di accertamenti tecnici sicuri che mai però confluivano nel processo tenutosi a S.Maria C.V:. All’esito dell’arringa il difensore chiedeva quindi l’assoluzione per il proprio assistito
per carenza dell’elemento oggettivo e-o soggettivo del reato. Il Giudice, dopo la camera di consiglio, emetteva quindi una sentenza assolutoria a favore dell’uomo perche’ il fatto non costituisce reato per carenza dell’elemento soggettivo.
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