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POLITICA – Bufera nel Pd, Oliviero replica a Boccia: decisioni e metodi imprudenti ed assurdi

POLITICA – Il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, risponde al commissario regionale del Partito democratico, Francesco Boccia: “L’analisi offerta dal sottoscritto e da Umberto Del Basso De Caro sulla storia ultima del partito e sugli errori compiuti nelle candidature, era un contributo di moderazione ma anche di dibattito intorno a cui ricostruire la chiarezza di una dinamica interna, apparsa

subito controversa – dichiara Oliviero – Ciò premesso, fa bene Boccia quando, replicando alla nostra dichiarazione “voteremo Pd, per atto di fede “, parla di partito, di orgoglio e di comunità democratica, sbaglia, quando, in virtù di queste stesse enunciazioni, dice che: “i dirigenti hanno l’obbligo di votare a prescindere”.  Quel “a prescindere” nella traduzione

Treccani significa: “Tralasciare, lasciare da parte, non prendere in considerazione” e questo detto da un dirigente nazionale che fonda la sua ragione d’essere sui contenuti dello Statuto è un malcelato tentativo di legittimare situazioni difficili che denotano l’imprudenza di un metodo e l’assurdità delle decisioni”.

Il Presidente del Consiglio regionale chiarisce che il pomo della discordia sono le candidature fuori dall’area Pd: “L’aver candidato alla scadenza del 22 agosto persone elette e militanti, fino

al giorno prima, in altre formazioni politiche, antagoniste su programmi ed idee con il PD ed in contenzioso con i nostri consiglieri provinciali, è non solo atto illegittimo ma anche offensivo e di disconoscimento degli iscritti, dei militanti e del lavoro quotidianamente compiuto nei territori dagli amministratori con il simbolo di un partito che trae linfa proprio da quella comunità democratica citata da Boccia”.

Oliviero chiosa con una frase di Montanelli negli anni settanta che invitò gli italiani a: “votare Dc turandosi il naso, la nostra dichiarazione di voto per atto di fede, merita tutto il rispetto dei contenuti, in quanto segna la necessità di ricostruire l’anima democratica di un

territorio meraviglioso che può esistere solo se tutti parlano la stessa lingua e rispettano le stesse regole”.

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