SESSA AURUNCA – Centro antiviolenza, Di Iorio e Izzo inaugurano lo sportello rosa. Il video integrale dell’evento
SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Passare ‘dal rosso…al rosa’ è l’obiettivo dell’amministrazione comunale di Sessa Aurunca, targata Lorenzo Di Iorio, che stamattina con un evento istituzionale ha tagliato il nastro al primo sportello antiviolenza della città. “Siamo fortemente convinti che ogni donna debba essere protagonista della propria vita e lì dove c’è un episodio di violenza la vittima debba avere la forza di denunciare
e passare dal rosso al rosa”, ha spiegato Sabrina Izzo, assessore ai Servizi sociali e fautrice dell’evento. “Lo sportello vuol essere uno strumento di sostegno per tutte le donne in difficoltà che mira a fornire loro gratuitamente un supporto materiale e psicologico. L’obiettivo non è solo accogliere le donne vittime di violenza, ma anche sensibilizzare tutta la cittadinanza rispetto a questa problematica. Anche se
possiamo dire che nel nostro territorio non si registrano casi ‘gravi’. L’amministrazione comunale non ha voluto far mancare la presenza ed il sostegno istituzionale. Bisogna cambiare rotta nell’approccio sociale e culturale rispetto a questa piaga sociale. Lo sportello sarà uno strumento fondamentale e sarà un punto di riferimento grazie alla presenza di professionisti qualificati, come la psicologa ed altre figure che saranno chiamate
in base alle esigenze. Tutto nel rispetto della privacy”, ha spiegato Sabrina Izzo. Il sindaco Lorenzo Di Iorio, nel suoi saluti istituzionali, ha evidenziato come l’impegno preso all’indomani del suo insediamento è divenuto finalmente una realtà. “In questo anno di amministrazione abbiamo lavorato per consolidare un servizio, quello dei servizi sociali, che era completamente
assente sul territorio. I servizi sociali a Sessa non c’erano. E’ brutto dirlo. Per un’amministratore verificare che quel settore, che è uno dei più delicati, sia assente non è bello. Siamo riusciti anche a recuperare il rapporto con l’Ambito di Teano, struttura di cui siamo la parte più importante”. Nel tavolo dei relatori tra gli altri il vescovo monsignor Orazio Francesco Piazza, presente ad uno degli ultimi incontri pubblici sul territorio
prima della sua partenza per la Diocesi di Viterbo. “E’ importante vedere le istituzioni pronte all’ascolto, fondamentale un investimento di questo genere. Quello che mi preoccupa in alcuni casi è l’atteggiamento celebrativo, ossia parlare di queste problematiche solo in alcune circostanze. Noi quotidianamente abbiamo a che fare con episodi di violenza, anche di quella indotta. La violenza non è solo l’atto
del propugnare per poter produrre effetti laceranti, mortali in alcuni casi. Essa è anche una sottile condizione di sudditanza, di azzeramento che può verificarsi in tutti gli ambienti, come quello del lavoro, della famiglia. E’ importante cambiare mentalità, creare sinergia istituzionale. Vorrei fare l’esempio del bicchiere infangato reso oscuro dalle scorie della vita, se mettiamo uno straccio dentro finiamo di infangarlo, di
sporcare anche lo straccio, ma se man mano si mette acqua pulita quel bicchiere perderà le sue scorie”. “Solitamente siamo il primo contatto con l’esterno della vittima ed all’inizio è un fiume in piena. Le vittime spesso si sentono responsabili del problema, per questo hanno timore di denunciare. Non hanno la forza per quella sorta di pregiudizio. E’ importante lavorare in sinergia ed avere una struttura del genere sul territorio, perché dopo la denuncia è necessario che la vittima sia supportata”. L’ispettore Argene Merola, ispettore Superiore della Polizia di Stato commissario Ps a Sessa Aurunca, si è soffermata sull’importanza del Codice
Rosso, divenuta legge nel luglio del 2019 ed ha offerto punti di riflessione sulla base della sua esperienza professionale. L’avvocato Fiorentina Orefice, consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, ha offerto il suo contributo professionale parlando non solo della normativa relativa al Codice Rosso ma anche della vittimizzazione secondaria. “La convenzione di Istanbul delinea all’articolo 3 la violazione contro le donne come violazione dei diritti umani. Questo richiamo di carattere convenzionale è recepito dal nostro Legislatore che ha introdotto delle fattispecie specifiche di reato
come quella del Revenge porne, quasi ad indicare l’adeguamento del legislatore ad una realtà mutevole e magmatica, perché non è semplice interpretare la deposizione della vittima nelle prime ore. C’è il pregiudizio che si sostanzia in un processo di vittimizzazione secondaria. Ritengo sia fondamentale l’equilibrio di genere, presente anche nel punto 5 dell’Agenda 20-30, individuato come obiettivo. Vorrei ricordare che l’Italia ha ricevuto una condanna dalla Corte di Strasburgo proprio in relazione alla trattazione di un caso specifico nel quale veniva
dettagliata la condotta tenuta dalla persona offesa e non del responsabile del reato. Tutto ciò avviene anche quando apprendiamo, nel nostro eloquio comune, la modalità di condotta e tentiamo di bilanciare le condotte della persona offesa a quelle del responsabile del reato. E’ chiaro che la trattazione diventa un processo culturale che si serve di strumenti predisposti dalle istituzioni di concerto con
le ramificazioni territoriali per raggiungere un obiettivo comune che non prescinde dal contributo culturale”. I lavori, moderati dalla giornalista Demelza Marotta con l’intermezzo musicale di Sonia Palmieri, si sono conclusi con l’intervento della dottoressa Carla Capolongo, psicologa Uoc Salute Carcere presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, che nel parlare dello status di disagio e richieste
di aiuto ha altresì aggiunto: “Tutto inizia con un rapporto apparentemente gratificante, in cui la donna si sente avvolta e coinvolta affettivamente. L’uomo inizia a controllare. Controlla il sonno, orario pasti, relazioni sociali di amici e parenti, vita professionale. Inizia quest’azione di controllo su tutto, perché deve iniziare a costruire il possesso. Il controllo genera sottomissione e la sottomissione determina nella donna un abbassamento graduale dell’autostima. C’è poi una fase gravissima, quella dell’isolamento e poi segue la fissazione del tradimento, che spesso la vittima ammette pur non esistendo per svilimento. L’isolamento è finalizzato ad impedire alla vittima di chiedere aiuto. Per fortuna ci sono realtà come queste in cui c’è sempre chi è disposto ad aiutare”. L’evento (che ha visto la partecipazione anche di una delegazione degli studenti del Taddeo da Sessa, delle dirigenti scolastiche Messa e Tommasino, degli assessori Italo Calenzo e Antonio D’Itri, del presidente del consiglio comunale Luciano Di Meo e dei consiglieri comunali Brigida Di Marco e Francesco Brasile e ) ed i preziosi contributi offerti
si sono conclusi con il taglio del nastro da parte del sindaco Di Iorio e dell’assessore Izzo della sede dello sportello rosa ubicato all’interno del Salone dei Quadri di piazza Castello. All’esterno della struttura è stata installata una cassetta postale in cui è possibile lasciare una denuncia, una segnalazione di cui lo sportello si farà poi carico nel rispetto della privacy. (In alto il video integrale dell’evento istituzionale tenutosi stamattina)