Cultura e Spettacolo

CASERTA – ‘Luisa Fantasia è una martire della carità’, l’associazione ‘Invisibili’ ricorda una delle vittime trasversali della criminalità organizzata

CASERTA (Matilde Crolla) – “Il sangue innocente versato è un atto di accusa. Luisa Fantasia, come Rosario Livatino, è una martire della carità. La sua morte così atroce è un monito e scuote le coscienze, perché è come uno schiaffo in faccia che ci aiuta a capire il bene e il male”. Toccante è stato l’intervento del procuratore capo della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, all’evento

organizzato ieri sera presso il Circolo Nazionale di Caserta dall’associazione ‘Invisibili’ in occasione dell’anniversario della prematura scomparsa di Luisa Fantasia, moglie di Antonio Mascione, massacrata nella sua abitazione nel quartiere Baggio di Milano il 14 giugno del 1975. L’associazione, di cui è presidente nazionale Pietro Paolo Mascione (figlio di seconde nozze di Antonio) poliziotto

e recentemente insignito del Premio ‘Paolo Borsellino’, ha voluto che fosse proprio la città di Caserta ad ospitare l’evento. E’ stata la delegazione casertana del sodalizio, di cui Enrico Trapassi è vicepresidente nazionale, ad organizzare l’incontro curandone ogni particolare. Il silenzio grave e sommesso del pubblico presente ha accompagnato l’intervento degli illustri relatori. Dopo i saluti del vicepresidente del Circolo Nazionale, l’ingegnere Gorga, è stato proprio Trapassi ad introdurre l’incontro ringraziando i presenti

e Pietro Paolo Mascione per aver voluto fortemente ricordare Luisa Fantasia a Caserta. “Vittima trasversale della mafia. Una donna innocente seviziata dinanzi agli occhi della sua bambina di diciotto mesi solo per essere la moglie di Antonio, militare al servizio del generale Dalla Chiesa, impegnato sotto copertura nello sgominare un vasto giro di droga”. Emotivamente forte l’intervento di Pietro Paolo Mascione che ha raccontato ai presenti la sua storia. La storia di un ragazzino che fino all’età adulta non riusciva a

capire quale fosse il lavoro del padre, perché di tanto in tanto dovessero trasferirsi e cambiare identità. La storia di un ragazzino tormentato dai dubbi sul perché sua sorella maggiore in occasione delle festività venisse prelevata e portata altrove, sul perché sua sorella Cinzia fosse sempre trattata meglio di lui e sul perché sul suo comodino ci fosse la foto di una donna bellissima

che non conosceva e non avrebbe mai conosciuto e che le ricordava molto sua sorella. “Un giorno mi recai in soffitta, aprii un baule vecchio di mio padre ed all’improvviso uscirono fuori tutti i demoni che mi avevano abitato durante la mia infanzia. Scoprivo man mano la verità…”. Nicola Barbato, sovrintendente della Polizia di Stato e Medaglia d’Oro al Valore civile, vittima scampata

ad un agguato camorristico che lo ha costretto a vita sulla sedia a rotelle, ha raccontato la sua storia ed in particolare come sia difficile preservare i propri cari quando si porta avanti una missione di giustizia e legalità. “Il sangue degli innocenti non è sparso inutilmente…pensare il contrario vuol dire non rendere giustizia a chi non c’è più. Le vittime di mafia sono i santi dei nostri tempi- ha affermato il procuratore Airoma-. Noi immaginiamo i santi come coloro che si battono per una fede religiosa. Un tempo era così. Oggi

i martiri sono coloro che sacrificano la loro vita per la virtù, per la giustizia, per il bene comune”. Ad un certo punto a prendere la parola è stato nuovamente Enrico Trapassi che con voce particolarmente commossa ha esordito: “Per tutta questa serata qui in mezzo a voi c’è stata una persona che ha ascoltato tutto…si tratta di quella bambina di diciotto mesi a cui nel 1975 hanno

ucciso la giovane mamma…”. Cinzia Mascione si è alzata dal pubblico e con gli occhi colmi di lacrime ha ringraziato il fratello Pietro Paolo. “Da poco abbiamo conosciuto la vera storia di mio padre e di mia madre…Ringrazio mio fratello per avermi dato la forza di raccontare la storia di mia mamma, senza di lui non sarei riuscita a farcela”. La storia di Luisa Fantasia è stata per

molto tempo nell’ombra, ma oggi grazie alla consapevolezza di Pietro Paolo e Cinzia non resterà più nel silenzio…Come ha asserito il procuratore Airoma il bene deve scuotere le coscienze ed affascinare. La storia di Luisa Fantasia non deve essere vista come una storia che racconta del male della società, ma infondere speranza affinché il bene vinca sul male…deve essere la storia d’amore di una martire dei nostri tempi…la storia d’amore di due fratelli che nella disperata ricerca delle loro radici hanno combattuto i loro demoni..