CELLOLE – Affetta da una grave patologia mentale è costretta a recarsi all’Asl per la somministrazione di un farmaco, dopo la denuncia risolto il disservizio
CELLOLE (Matilde Crolla) – Risolto definitivamente, almeno così sembra, l’annoso disservizio sanitario con il quale faceva i conti da ormai cinque anni una donna di Cellole ed i suoi familiari. Molto probabilmente la denuncia alla Procura della Repubblica inoltrata dalla mamma e dal fratello della donna, Pasquale Sangiorgio, ha smosso le acque portando i vertici dell’Asl di Caserta a
prendere provvedimenti risolutivi. Ma andiamo per ordine. Tutto inizia circa cinque anni fa quando la donna, affetta da grave psicosi schizofrenica paranoidea cronica da circa trent’anni a causa della sua patologia viene dichiarata invalida al cento per cento con necessità di accompagnamento continuo. Le viene somministrato un farmaco con cadenza mensile come terapia di mantenimento. Dapprima
l’iniezione le viene praticata presso il proprio domicilio, successivamente, a causa di problemi logistici è costretta a recarsi presso la struttura ambulatoriale di Sessa Aurunca sita in via Ospedale, affinché gli infermieri o i medici di turno le pratichino l’iniezione del farmaco. Da precisare che questo medicinale ha un effetto depotenziante, per cui una eventuale somministrazione ritardata
potrebbe determinare una recidiva del disturbo di gravità non prevedibile. Già in occasioni precedenti era stata costretta a rinviare l’assunzione del farmaco, a detta del personale, per mancanza di infermieri e personale specializzato che provvedesse all’adempimento. Tuttavia un giorno, precisamente il 26 aprile del 2022, la donna recatasi presso l’ambulatorio accompagnata dalla madre-tutrice e dal fratello Pasquale Sangiorgio, trova la struttura completamente chiusa, senza alcun addetto che potesse dare loro spiegazioni
in merito. Sul posto vi erano, tra l’altro, altri pazienti con i loro familiari per problemi simili. Dunque, la donna è stata costretta ad andare via senza ricevere le cure del caso, necessarie per la sua incolumità fisica e per quella dei familiari. A seguito di tale disservizio è scattata da parte dei familiari la denuncia alla Procura della Repubblica. Dopo circa un anno qualche settimana fa il fratello della donna ha ricevuto una telefonata dall’Asl in cui le veniva comunicato che il disservizio era stato risolto a monte con l’acquisto di nuove vetture
e l’assunzione di personale specializzato. Dunque la donna ha potuto nuovamente usufruire delle cure domiciliari. Il fratello Pasquale Sangiorgio si è detto soddisfatto del risultato raggiunto ed ha contattato la nostra redazione per ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono attivati per la risoluzione del disservizio.