*INTERVISTA ESCLUSIVA*- Covid, j’accuse di Zinzi: De Luca ha giocato sulla paura
COVID (a cura di Matilde Crolla) – Ci sono delle responsabilità acclarate se siamo nuovamente a rischio chiusura? Le scuole hanno riaperto meno di un mese fa ed oggi ci ritroviamo con ordinanze sindacali che le richiudono, cosa non ha funzionato? E sul piano vaccinale, perché si va così a rilento anche in Campania? Lo abbiamo chiesto in via esclusiva al capogruppo della Lega in consiglio regionale della Campania, oggi nominato presidente della Commissione Anticamorra, Gianpiero Zinzi.
Emergenza Covid: si attende con una certa ansia il nuovo intervento pubblico del governatore De Luca previsto per la prossima settimana. Già venerdì scorso la conferenza stampa
non ha lasciato ben sperare. I contagi stanno aumentando nuovamente. La Regione Campania rischia di diventare nuovamente zona rossa?
Ormai “se la Campania continua così diventerà zona rossa” è diventato il refrain del presidente De Luca, la sua strategia sin dall’inizio è stata quella di giocare sulla paura. Alimentandola ha fatto sì che i campani accettassero provvedimenti restrittivi spesso ingiustificati e assunti in un momento in cui sarebbe stato possibile invece concedere maggiore libertà. Ma se questa linea d’azione ha funzionato da marzo in poi, oggi la situazione è cambiata. Dopo quasi un anno di lockdown ripetere ancora “se la Campania continua così diventerà zona rossa” rischia di produrre lo stesso effetto dello scherzo del pastorello della favola di Esopo che gridava “al lupo al lupo”.
Sulla questione scolastica l’opinione pubblica è divisa su due fronti. De Luca ha incassato la sconfitta da parte del Tar che ha disposto la riapertura delle scuole in Campania. Di fatto però i contagi sono aumentati. C’è stata secondo lei
una programmazione adeguata, sono state adottate misure affinché si tornasse a scuola in sicurezza e soprattutto sono stati potenziati i trasporti?
Se ci fosse stata una programmazione adeguata da parte della Regione Campania adesso nessuno starebbe discutendo dell’eventualità di intervenire nuovamente sulle attività scolastiche. Dopo tanti mesi non si comprende ancora come si faccia a stabilire con assoluta certezza che il contagio avvenga nelle aule scolastiche. Ci sono realtà del nostro territorio dove le scuole sono rimaste chiuse, eppure hanno un numero di contagiati tale da rischiare la zona rossa. Di certo c’è che, senza la previsione da parte di organi competenti di adeguate misure di prevenzione e di organizzazione, ‘anche’ le aule scolastiche possono rivelarsi luoghi dove il virus si propaga. Una situazione di stallo che porta legittimamente i genitori a dover decidere ognuno secondo la propria coscienza.
Per garantire una scuola in sicurezza, alla sua riapertura le famiglie, come richiesto dalla Regione, hanno inviato all’Asl la disponibilità a sottoporsi a tampone in via precauzionale. Ma quante veramente sono state contattate? Queste manifestazioni
di interesse sono state prese in considerazione? Se sì, come mai De Luca lamenta un aumento dei contagi proprio all’interno della platea scolastica?
Perché quando la situazione si fa difficile è più semplice chiudere che prendere provvedimenti risolutivi. Purtroppo è stata questa la strada seguita dalla Regione Campania come anche dal Governo centrale: chiudere tutto, senza avere il coraggio di confessare che non si era in grado di proporre soluzioni. Tornando alle misure di prevenzione, ricordo a tutti che lo screening previsto da De Luca per il rientro in classe era su base volontaria e va da sé che anche questo ha inciso molto sul numero di tamponi effettivamente eseguiti.
Chiudere tutto è secondo lei la soluzione migliore? Se fosse stato al posto di De Luca cosa avrebbe fatto?
Se il lockdown disposto nei primi mesi della diffusione dell’epidemia, quando non si avevano conoscenze né strumenti
per fronteggiarla, poteva essere ritenuto una misura accettabile, continuare a distanza di dodici mesi a percorrere la strada della chiusura generale dimostra l’incapacità di chi governa. Nessuno ha la bacchetta magica, ma dinanzi a una pandemia sarebbe stato più saggio unire le forze e condividere emergenze e soluzioni. Non ci siamo mai sottratti alla collaborazione su temi importanti e non lo abbiamo fatto durante questi mesi proponendo iniziative concrete e attuabili. Non siamo mai stati messi nelle condizioni di dare il nostro sostegno e aiuto. Alla condivisione De Luca ha sempre preferito l’autoritarismo chiudendo le porte persino alle esigenze delle categorie commerciali e produttive che sono state penalizzate ingiustamente.
Ci sono ritardi da parte dell’Asl anche rispetto ai vaccini? Da qualche settimana erano state aperte le domande per la vaccinazione destinata agli ultraottantenni ma a quanto pare
ci sono problematiche e lentezze sulla piattaforma per le prenotazioni…
Al momento si è registrato sulla piattaforma solo un anziano su tre ed è un dato sul quale bisogna ancora lavorare. Quanto alle modalità, come già visto con gli operatori sanitari che sono stati giustamente i primi a beneficiare dell’inizio della campagna vaccinale, c’è la sensazione che si proceda a tentoni e senza una strategia definita. Non c’è traccia di un piano regionale di vaccinazione che invece dovrebbe dare la linea alle diverse Asl. Il risultato è che ad oggi non si conoscono tutte le categorie da vaccinare con priorità né i tempi. Ma su quest’ultimo aspetto incide anche il pasticcio sulle dosi vaccinali fatto a livello nazionale.
Ci sono secondo lei degli errori commessi a monte da parte sia del Governo centrale che di quello regionale?
Molti ed elencarli tutti sarebbe impossibile. A monte la mancanza di collaborazione e di comunicazione tra Regione e Governo. Lo abbiamo riscontrato più volte: la Campania ha subìto l’autoritarismo di De Luca che ha usato i suoi monologhi su facebook per auto elogiarsi e minacciare iniziative contro i ministri del suo Governo, anziché
alzare la cornetta e chiedere quello che spettava alla Campania. E’ accaduto, in ultimo, anche con le dosi dei vaccini. Questo modo di fare ha isolato la Campania e certificato ancora una volta l’inconsistenza della tanto decantata filiera istituzionale del centrosinistra”.
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