SESSA A. / CARANO – ‘Siamo angeli che cercano un sorriso di Paolo Mirabella’, Edoardo Capraro: dalla sofferenza può nascere qualcosa di grande, ecco la nostra associazione
SESSA AURUNCA / CARANO (Matilde Crolla) – “A volte dalla sofferenza, quella più acuta, può nascere qualcosa di positivo. Basta crederci”. Edoardo Capraro ne è convinto, riuscendo con il suo carisma e con la sua positività a coinvolgere un gruppo di giovani in un progetto volto alla beneficenza ed alla solidarietà. ‘Siamo angeli che cercano un sorriso di Paolo Mirabella’: è questo il nome dell’associazione messa in piedi in questi giorni dal giovane ballerino e coreografo Capraro con il valido supporto di una folta schiera
di studenti, amici del compianto Paolo, e di professionisti del territorio. Hanno deciso di mettersi in gioco e di attivarsi su tutto il territorio aurunco attraverso un sodalizio onlus che possa essere di supporto a chi soffre ed ai familiari di coloro che in questo momento stanno vivendo un momento difficile. Sabato sera, presso la casa parrocchiale di Carano, c’è stata la cena solidale nel corso della quale è stato presentato il progetto. Questa sera, invece, alle ore 21,30 si terrà un’assemblea aperta a tutti nel corso della quale democraticamente
sarà costituito il direttivo dell’associazione. Una realtà sostenuta anche dai genitori di Paolo. “Paolo Mirabella è stato un mio allievo, l’ho conosciuto qualche anno fa quando partecipai ad un progetto scolastico nella sua scuola. Era un ragazzo solare, bellissimo, pieno di sogni e di speranze- ha spiegato Edoardo Capraro-. Quando seppi che si era ammalato pensai subito di mettere in piedi un’associazione a suo sostegno con l’aiuto dei tanti amici che aveva e che non lo hanno abbandonato mai. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo. Paolo ci è stato strappato via troppo in fretta”. Edoardo Capraro e gli amici di Paolo, però, nonostante
ciò hanno voluto completare il progetto prefissato e l’associazione per Paolo è diventata di Paolo. “La storia di Paolo mi ha colpito subito- continua Edoardo-. Non solo perché lo conoscevo ma anche perché io ho vissuto una sofferenza simile. Il dolore di un figlio che in poco tempo si è visto strappare i genitori, mio padre prima e mia mamma poco. In quel momento così buio della mia vita io e mia sorella ci sentivamo soli…ecco perché ho pensato che chi vive simili tragedie ha bisogno di non sentirsi abbandonato. La nostra associazione avrà proprio questo scopo”. Edoardo conclude ringraziando tutti coloro
che hanno creduto in questo progetto, le persone che hanno preso parte e contribuito alla realizzazione della cena solidale evidenziando che il sodalizio è aperto a tutti coloro che credono che “ci sono angeli che cercano un sorriso”.
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