SESSA A./CELLOLE – Coppia di pensionati costretta a vivere nella stazione, l’appello di Sangiorgio alle istituzioni
SESSA AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) – Una coppia di anziani, lui di Mondragone e lei di Napoli, da circa quindici giorni vivono in stazione con i loro bagagli. Non hanno altro tetto sotto il quale dormire se non quello. Da diversi mesi girovagano di stazione in stazione (San Biagio, Terracina, Sezze Romano, Formia, Napoli) per cercare riparo durante la notte. “Quando ci arriva la pensione- commenta
la donna-, riusciamo ad andare a dormire anche in un B&B e a lavarci, ma quando i soldi finiscono torniamo a dormire in stazione”. I due sfortunati anziani sono stati avvicinati oggi da Pasquale Sangiorgio, commissario cittadino di Cellole del partito di Fratelli d’Italia. E’ stato lui ad interessarsi della coppia e a lanciare un appello alle istituzioni locali affinché si attivino per trovare una sistemazione. “Lo scorso anno il sindaco di Cellole fu tanto gentile a metterci a disposizione una delle casette di legno. Ma ci disse che non appena avremmo
percepito la pensione e la residenza nel Comune di Mondragone dovevamo lasciarla- racconta la donna-. Purtroppo però la residenza ci è arrivata ma la pensione non ancora. E’ da giugno che stiamo senza pensione e in questo momento né il Comune di Cellole e né quello di Sessa ci hanno aiutati a trovare una soluzione. Noi non chiediamo l’elemosina, assolutamente, ma una sistemazione. Se ci chiedono 500 euro per una sistemazione in affitto purtroppo non siamo in grado di pagarla”. Pasquale Sangiorgio ha voluto farsi carico
del disagio sociale ed economico della coppia intervistandoli nel corso di una diretta Facebook nel corso della quale ha lanciato un appello agli amministratori ed ai responsabili di Fratelli d’Italia affinché possano trovare una soluzione definitiva per loro. “E’ disumano vedere questi due anziani ridotti a dormire in una stazione. Non è giusto. Chiediamo alle istituzioni locali
si farsi carico di trovare una soluzione. Loro non sono dei clochard, non hanno scelto liberamente di fare questa vita, sono stati costretti e rispetto a questo i servizi sociali di tutti i Comuni limitrofi devono attivarsi!”, ha sostenuto a muso duro Sangiorgio.