SESSA A./PIEDIMONTE M. – La vita di Dania appesa ad un filo. L’appello della mamma: mia figlia può ancora salvarsi
SESSA AURUNCA/PIEDIMONTE MASSICANO (Matilde Crolla) – Mentre Dania Matano, 36 anni di Piedimonte Massicano, continua a combattere ormai da mesi in un letto del reparto di Terapia Intensiva di un noto ospedale del Salernitano, i suoi familiari hanno intenzione di portare alla ribalta dei media nazionali il dramma che stanno vivendo. “Dania non è vittima di un batterio che all’improvviso ha attaccato
il suo organismo. Dania è vittima di un errore umano, un errore medico che si poteva e si doveva evitare”, ci dichiara a gran voce la mamma, Concetta Verrico. Concetta ha esaurito le lacrime, dentro di sé porta un dolore lacerante ma nello stesso tempo una rabbia maturata in questi mesi per la negligenza, la leggerezza riservata alla sua amata figlia. “La setticemia ha fatto precipitare le condizioni di salute di Dania- ci confessa la donna in presenza dell’avvocato Crescenzo Vitale, legale nominato dai familiari-. Dania è stata operata
a fine settembre. L’intervento ha causato una perforazione dell’intestino e cioè un’apertura della seconda anastomosi del tratto digiunale provocando la fuoriuscita di liquidi che hanno invaso il corpo, non diagnosticata nei tempi dovuti e secondo le linee guida della buona pratica sanitaria. Dania all’indomani dell’intervento si lamentava di avere forti dolori. Era gonfia, violacea e aveva sempre la febbre. Non hanno pensato di fare una Tac all’indomani dell’intervento, ma al contrario erano pronti a dimetterla. Il 4 ottobre io dovevo
andare a riprenderla, era il giorno in cui doveva uscire e tornare pian piano alla sua vita di sempre. Ma aveva dolore in ogni parte del corpo, non ce la faceva neppure a parlare al telefono. Al che le ho proposto di parlarne con i medici. Dopo qualche oretta l’ho richiamata per sapere se era riuscita ad avere un confronto con i medici ma al suo
posto mi ha risposto un’infermiera che mi informava che mia figlia era stata sottoposta ad un secondo intervento. Ci siamo immediatamente recati all’ospedale e lì ci hanno dato l’amara notizia: Dania era in Rianimazione per shock settico. La setticemia, infatti, le aveva invaso tutti gli organi interni. Secondo quanto abbiamo avuto modo di apprendere, l’intervento di bypass gastrico in laparoscopia, ha come controindicazione la perforazione dell’intestino e l’errore umano sta proprio nei tempi di attesa per la verifica del risultato dell’intervento stesso rispettando un protocollo che, se se ne fossero accorti subito Dania ora non starebbe in queste condizioni. Invece la
negligenza e la leggerezza post operatoria dei medici ha fatto sì che il suo corpo venisse devastato dall’infezione”. La storia di Dania sta tenendo tutti con il fiato sospeso, un’intera comunità prega per la sua ripresa. Dania necessita di essere trasferita in un ospedale dove possa essere alimentata con un sondino ed iniziare soprattutto
una mirata terapia riabilitativa a livello neurologico. Le complicanze subentrate in questi mesi hanno compromesso anche il cervello. Dania, infatti, qualche mese fa è stata sottoposta ad una risonanza che evidenzia che il cervello è pieno di coaguli di sangue nella parte corticale e intracorticale, le immagini del cervello hanno l’aspetto di un cielo pieno di stelle scure. I dottori non hanno nessuna
terapia farmacologica ma consigliano una riabilitazione in un centro specializzato. E proprio qui è il dilemma. Sono passati diversi mesi e Dania è ancora nel reparto di Terapia Intensiva del nosocomio salernitano. Urge un intervento immediato da parte di un bravo chirurgo che possa prendere a cuore la sua situazione e decidere di intervenire per consentirle di iniziare almeno ad alimentarsi con un
sondino, nella speranza che la fistola si sia rimarginata, e nello stesso tempo essere poi trasferita in un centro di riabilitazione neurologica. “Dania ha voglia di vivere- continua la mamma-. In questi mesi ne ha subite tante ma non si arrende. Dania sente ma è bloccata. Quando le parlo le scendono le lacrime dagli occhi. Io so che mia figlia se inizia quanto prima la riabilitazione può uscire da questo incubo. Ma se passa troppo tempo rischia se non la vita comunque di essere
condannata a vivere in uno stato vegetativo”, afferma la mamma. Ma chi è Dania? Dania è una giovane donna piena di vita, solare, divertente, amante della musica e del buon cibo. Dania lavorava come operatore socio-sanitario presso una clinica privata di Trieste. Aveva desiderio di migliorare la sua forma fisica e tanti sogni nel cassetto. La vita di Dania non può finire così. I suoi familiari sperano che si apra una porta, che qualche bravo chirurgo possa prendere a cuore la sua storia
e farsi avanti per salvarla! Ma i genitori di Dania sperano anche che questi errori umani non capitino più e che chi ha sbagliato debba pagare. All’indomani del trasferimento della giovane donna nel reparto di Rianimazione è scattata la denuncia da parte
dei familiari nei confronti del chirurgo che l’ha operata e del reparto di Chirurgia. I Nas si sono recati immediatamente presso la struttura sanitaria per sequestrare la cartella clinica e la Procura di Nocera sta seguendo il caso. Dania, siamo tutti con te!
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