SESSA AURUNCA – Al ‘San Rocco’ arriva il dispositivo che combatte lo scompenso cardiaco
SESSA AURUNCA – Al ‘San Rocco’ il primo impianto del device rivoluzionario. Circa il 15% dei ricoveri che avvengono negli ospedali campani sono dovuti a casi di scompenso cardiaco. Un disturbo frequente che aumenta con l’età, dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero, ma che da oggi ha trovato un nuovo nemico sulla sua strada. Si tratta del dispositivo per la terapia di Modulazione della Contrattilità Cardiaca, apparecchio
che potrebbe ricordare il più noto pacemaker ma che non è un suo sostituto, e che è stato impiantato per la prima volta nella ASL Caserta dall’equipe della cardiologia dell’ Ospedale San Rocco di Sessa Aurunca composta dal dott. Santoro, Marchegiano e dall dott.ssa Porchetta, diretta dal Dr Luigi Di Lorenzo. Ma che cosa è la CCM (Cardiac Contractility Modulation)? E’ una terapia erogata da un dispositivo impiantabile (che si chiama Optimizer Smart ® prodotto
dalla azienda israelo-americana Impulse Dynamics) che migliora la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo cardiaco con degli impulsi elettrici. Sono scosse diverse rispetto a quelle del pacemaker però “I pacemaker servono per stimolare quando l’impulso elettrico spontaneo del cuore a contrarsi è bloccato e quindi il muscolo si ferma o rallenta criticamente- spiega il DR DI LORENZO – Il dispositivo per la Modulazione della Contrattilità Cardiaca, invece, determina
una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato, infatti, si riduce l’attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula e conseguentemente della sua contrattilità.
Ad essere operato per la prima volta nel ASL di Caserta è stato una paziente di 63anni che soffriva di una forma avanzata di scompenso cardiaco. L’intervento di applicazione del dispositivo viene eseguito in anestesia locale e richiede mediamente una durata di circa 40 minuti. Il giorno seguente il paziente è già in condizioni di alzarsi. A beneficiare di questo nuovo approccio, poi, ci sono tutta una categoria di malati che, altrimenti, rischierebbero di dover convivere
a lungo con questa malattia: come quelli che non rispondono in maniera ottimale alle terapie farmacologiche. “ L’insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo- ha sottolineato il Dr. DI LORENZO – a soffrire di questa patologia in Italia sono circa 600mila persone”.
Negli ultimi anni questa U.O. sta sviluppando un grosso sforzo nel trattamento ambulatoriale dello scompenso cardiaco, finalizzato al miglioramento della qualità di vita ed a ridurre i ricoveri ripetuti, tipici di questa malattia, con un grosso giovamento per il paziente e per la spesa sanitaria.
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