Disagi & Cronaca cittadina

SESSA AURUNCA – CAB, lo sfogo dell’operaio Capozio: ci hanno abbandonati tutti. E attacca alcuni colleghi crumiri

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Siamo a fine marzo e gli operai stagionali del Consorzio Aurunco di Bonifica sono ancora a casa in attesa di essere chiamati da un momento all’altro. Con il passare dei giorni l’angoscia aumenta e le speranze si fanno sempre più fioche. Nei giorni scorsi c’è stata anche una riunione informale tra alcuni di loro a casa di Ferdinando Capozio, uno degli operai stagionali storici più agguerriti che non ha mai avuto timore di far sentire la sua voce, anche nelle sedi istituzionali. A termine della

riunione era stato stabilito che all’indomani tutti insieme si sarebbero recati presso la sede del Cab ed avrebbero manifestato in forma pacifica come sempre accaduto. Ed, invece, a quanto pare qualche collega si è tirato indietro all’ultimo momento e ‘richiamato all’ordine’ dai dirigenti del Consorzio avrebbe poi cercato di distogliere anche gli altri dall’intento. Capozio, al colmo dell’esasperazione e stanco delle solite promesse ma soprattutto di atteggiamenti poco chiari dettati da logiche dietrologiche che non appartengono

alla sua natura, ha deciso di rivolgersi alla stampa, da lui considerata ormai l’unico strumento a disposizione per far sentire la sua voce. E l’informazione, in questo caso MacroNews, che come diceva Gandhi deve essere a servizio della collettività, non si è tirata indietro neanche questa volta accogliendo e rendendo pubblico lo sfogo di un uomo non più tanto giovane per potersi reinventare, per poter trovare

un nuovo lavoro, ma non troppo anziano per poter attendere con calma la pensione. Ferdinando Capozio, operaio da trentasei anni del Consorzio Aurunco di Bonifica, è un uomo come tanti che ad un certo punto si è trovato di fronte ad un baratro dal quale è difficile uscire. Una forza più forte della sua stessa volontà ha scelto per lui ed ha scelto che

in questo momento il suo futuro è incerto ed il domani è sempre più angosciante. “Questa che si sta avvicinando è la quinta Pasqua senza stipendio- confessa Ferdinando Capozio-, considerando che tutto il 2017 non ho visto un soldo. Sono stanco, stufo delle solite promesse. C’era stato detto da Gennaro Oliviero sia a casa mia che in una sede pubblica come quella del comitato elettorale di Cellole che il 15 marzo saremmo scesi a lavorare. A questo punto viene da chiedermi: di quale anno parlava? Sono stanco anche di sostenere la causa di tutti i miei colleghi operai che, fatta eccezione di qualcuno, stanno mostrando di non avere carattere, ma di mettersi sempre al servizio dei potenti in cambio non so di cosa. C’è un collega che addirittura ha

voluto boicottare la manifestazione pacifica che avevamo stabilito di fare all’indomani di una riunione tenutasi a casa mia. Questo collega che da anni fa finta di stare dalla nostra parte ma a questo punto devo pensare che è solo al servizio del suo padrone”. Capozio incalza: “Abbiamo provato a contattare ripetutamente il commissario Testa. I dipendenti fissi sono stati già trasferiti al Consorzio Napoli-Volla, così come previsto dalla delibera regionale. Ma la stessa delibera parla anche di irrigazione oltre che di bonifica. L’irrigazione è un servizio che regolarmente svolgiamo noi. A questo punto vorremmo capire noi quando saremo

interpellati. A breve dovrà iniziare la stagione irrigua, come faranno senza di noi? Chi pulirà i canali? Chi permetterà la riapertura degli impianti per garantire l’acqua agli agricoltori? Hanno dimenticato che i poveri agricoltori pagano un servizio che parte dal 1 maggio al 30 settembre e che rischiano di restare senz’acqua? Ci sarà qualcuno che lo farà al nostro posto? E noi? Che fine faremo?”. Questo lo sfogo di Ferdinando Capozio, un operaio stagionale storico che non ha perso la voglia di combattere, di far prevalere le sue ragioni ma che teme di essere rimasto ‘un lupo solitario’.

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