Cultura e Spettacolo

SESSA AURUNCA – Festival dell’Impegno Civile tra commozione e speranza: ieri le testimonianze dei figli delle vittime di camorra Noviello e Varone

SESSA AURUNCA / MAIANO (Matilde Crolla) – “Io non ho paura”, sotto le note della bellissima canzone di Fiorella Mannoia si è aperto il sipario ieri pomeriggio sulla tappa sessana dell’undicesima edizione del Festival Dell’Impegno Civile, evento messo in piedi dal Comitato Don Peppe Diana e da Libera in collaborazione con la cooperativa ‘Al di là dei sogni’. A fare da cornice all’evento è stata proprio la struttura confiscata alla camorra dove ha sede la cooperativa di Maiano, nata

un po’ di anni fa da un’idea di Simmaco Perillo e di sua moglie Paola Perretta. Tanti i giovani provenienti da varie parti d’Italia come Lodi, Noceto, Monza, Bergamo, Ragusa, Cento, Borgo San Lorenzo, Milano, Alberobello, Vicenza, Voghiera, Rimini, Udine, Scicli, che hanno partecipato alla prima giornata del Festival a Maiano (seguiranno altri due eventi nei prossimi giorni ndr), dedicata alla vittima innocente di camorra, Alberto Varone, ucciso a Sessa Aurunca ventisette anni fa. Vi erano anche i rappresentanti

dello Spi di Rimini e i ragazzi del gruppo scout di San Damiano d’Asti che hanno girato il film ‘Fiori dal cemento’ dedicato proprio ad Alberto Varone, nome che prende il titolo dalla canzone scritta da Luca Fiore. Tra gli ospiti presenti nel pubblico vi era anche l’imprenditore Antonio Picascia. Ieri si celebrava il ventisettesimo anniversario della morte di Varone. Al convegno dedicato all’imprenditore

sessano (che svolgeva il lavoro di mobiliere e distribuiva giornali in tutta la provincia per sostenere i suoi cinque figli ndr) e alle tante vittime delle mafie erano presenti Valerio Taglione, coordinatore del Comitato Don Peppe Diana, Michele Martino, referente del coordinamento

provinciale di Libera di Benevento, il giornalista e scrittore Raffaele Sardo e Massimo Noviello, figlio dell’imprenditore ucciso a Castel Volturno nel 2008 per essersi opposto come Alberto Varone alla prepotenza del clan locale che voleva imporgli il pagamento del pizzo. Sono state due ore di convegno molto toccanti, nel corso dei quali non sono mancati momenti di profonda commozione, soprattutto tra i giovani presenti che hanno ascoltato in silenzio

le testimonianze, i racconti degli intervenuti. A portare il saluto istituzionale dell’amministrazione comunale è stato il consigliere Luigi Del Mastro, cittadino di Maiano, che ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione rispetto all’affermazione della legalità, primo passo per combattere la camorra. E’ intervenuto poi Taglione ha raccontato chi era don Peppe Diana e come da quel sacrificio, da quella

morte sia nata la speranza e la voglia di non fermarsi ma di portare avanti il suo messaggio di lotta alla camorra e dunque la conseguente nascita del Comitato a lui dedicato. “Quando don Peppe è stato ucciso, nel giorno del suo onomastico nella sua parrocchia, la camorra voleva lanciare un messaggio chiaro: si può uccidere

chiunque ovunque. Ma noi non ci siamo piegati a questa minaccia e abbiamo continuato la nostra battaglia proprio nel nome di don Peppe”, ha dichiarato Taglione. Molto toccante è stata la testimonianza di Massimo Noviello, figlio dell’imprenditore ucciso a Castel Volturno. Massimo ha raccontato il coraggio di suo padre ma anche la solitudine che ne è seguita dopo la denuncia, l’omertà che

si respirava nella sua città. La testimonianza di Massimo Noviello è stata cruda e triste a tratti, ma piena di speranza quando ha sottolineato come i tempi siano cambiati rispetto a quando suo padre è stato ucciso, di come

ci sia oggi più consapevolezza e più voglia di denunciare e di non piegarsi al potere camorristico. Nel corso del convegno sono stati letti dei passaggi del libro inedito di Raffaele Sardo, dal titolo provvisorio ‘La sedia vuota’ che uscirà ad ottobre in tutte le librerie. Sardo ha dedicato il suo libro ad Alberto Varone e alle tante vittime della camorra. Un giornalista che ha sempre denunciato la

criminalità organizzata con la sua attività professionale, rappresentando un supporto forte alle associazioni di Libera e Don Peppe Diana, di cui Simmaco Perillo, padrone di casa di ieri, è un membro. Nel corso del convegno c’è stata una sorpresa che ha lasciato tutti a bocca aperta: un collegamento telefonico con Giancarlo Varone, primogenito di Alberto, che in una località segreta con la famiglia ormai da tanti anni ha salutato i presenti, ringraziando Simmaco in particolare dell’impegno

costante nel ricordare il padre, nella speranza di poter ritornare un giorno con i suoi fratelli e sua madre nella sua terra natia. “Quando verrai saremo pronti tutti ad abbracciarti, in particolare io che ho vissuto il tuo stesso dramma”, ci ha riferito Massimo Noviello. Il convegno è terminato con la proiezione del film ‘L’ordine delle cose’ di Segrè proiettato dal Cinemovel, il festival del cinema itinerante, una carovana

che per tutta l’estate viaggia per la Penisola con un furgone attrezzato con le tecnologie digitali scegliendo luoghi simbolici dove montare schermo e proiettore per portare emozioni del cinema alle persone e promuovere la cultura della legalità.

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