SESSA AURUNCA – Sii turista del tuo paese: ‘Campania insolita e segreta’, presentata la guida di Maria Franchini
SPECIALE A CURA DI GABRIELE BONELLI– Presso il Salone dei Quadri di Piazza Castello si è svolta, grazie all’impegno e alla tenacia dell’Associazione Turistica ” Pro Loco ” di Sessa Aurunca, la presentazione del libro ” Campania insolita e segreta ” dell’autrice napoletana Maria Franchini. Il convegno ha visto la partecipazione anche di Silvio Sasso, Sindaco di Sessa Aurunca; del Dott. Rosario Ago, Presidente della Pro Loco; della Dott.ssa Maria Grazia Fiore, Presidente dell’U.N.P.L.I. di Caserta; del Rev. Don Roberto Guttoriello, Vicario Episcopale ai Beni Culturali di Sessa Aurunca; di S. Ecc.za. Mons. Orazio
Francesco Piazza, Vescovo di Sessa Aurunca. Il tutto è stato moderato dalla Dott.ssa Chiara Rozera, Storica dell’Arte e membro integrante della Pro Loco. Rozera, dopo aver ampiamente ringraziato gli astanti, ha spiegato i motivi di perché la Pro Loco abbia voluto e desiderato fortemente quest’incontro e questa iniziativa. L’autrice, già protagonista del libro ” Napoli insolita e segreta ”, aveva in mente il suo progetto da molto tempo e decise coraggiosamente di lanciare una sfida all’editore, spinta dalla bramosia
di voler esternare le tante bellezze artistiche e culturali della Campania. Ella, attualmente, lavora all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, in cui vive, dopo aver fatto da guida nella sua regione originaria per circa quindici anni. Sostenendo e incoraggiando la qualità delle meraviglie del territorio ( ” Sud come museo a cielo aperto ” ), si parla dell’importanza della casa editrice francese, Edizioni Jongles, che è di taglio internazionale, la quale ha adottato questa splendida guida con la sua presentazione in lingua francese e inglese circa già un mese fa. La Franchini ha girato dappertutto in Campania per ricavare
informazioni dai territori incorrendo spesso in vari ostacoli causati dalla mancanza altrui di comprendere la validità del progetto in fieri. Le foto di Sessa Aurunca sono estrapolate dal repertorio dell’abile Giovanni Soligo. Il libro racconta cos’è un bene culturale, sia materialmente sia immaterialmente ed oltre a parlare di chiese e questioni simili, offre interessanti spunti demoetnoantropologici o
semplicemente enogastronomici e ha la scommessa fondamentale di voler immergere il lettore nell’ambiente rappresentato. In copertina troviamo il Palazzo Mondo di Capodrise. Successivamente la parola è passata a Mons. Piazza, il quale ha parlato del libro come di uno scrigno contenente le gemme di un tesoro e per questa ragione avente necessità di una chiave speciale di accesso. Si vuole rendere palese la bellezza del territorio come ad esempio è stato fatto per la splendida Costiera Amalfitana, in cui si
è voluto scorgere il binomio natura-trascendenza. Piazza ha girato molto e ha sempre catturato l’attenzione su ciò che lo ha più pizzicato. Ha affermato di come siano prioritarie le caratteristiche di dedizione e meticolosità nella costruzione delle immagini e si ammira come nella guida si percepisca l’anima insita nel racconto, la quale è molto più evidente nella resa cartacea anziché digitale. Infine ha pronunciato le parole di Le Goff su come siano le piccole storie della quotidianità a consegnarsi poi alla memoria e ha posto l’attenzione sulla sinergia di un certo patrimonio e su come i luoghi siano soprattutto espressione
delle persone e dei loro valori. L’ Ufficio Culturali Beni Diocesi si sta muovendo in questa direzione, nella volontà di voler valorizzare il territorio limitrofo. Dopodiché il Dott. Ago ha preso la parola ringraziando calorosamente l’autrice per aver inserito nella sua guida la città di Sessa Aurunca per ben tre volte. Egli ha parlato più di ” Sessa insolita e segreta ” perché per molti è ancora sconosciuta sotto tanti punti di vista e questo libro può fungere da viatico per permettere di avere delucidazioni in merito. Infine ha ringraziato anche l’alacrità dei componenti Rozera, Soligo e Bernardo Mazzeo, ex presidente della Pro Loco
ma anche della Fiore, la quale ha sempre sollecitato la conoscenza della città di Sessa Aurunca. Menzione anche per il Sindaco, il quale si sta mobilitando molto per la promozione del territorio e di Don Roberto, meritevole di tante cose, specie per il restauro della Chiesa dell’Annunziata di Sessa. La parola poi è passata al Sindaco Silvio Sasso, il quale ha affermato con fermezza di come questa guida sia un ulteriore strumento per favorire conoscenze più corpose e dettagliate dei luoghi nostrani. Si tratta di una guida non tradizionale ma che per l’appunto opta per una chiave insolita e segreta: ” segreta ” perché molte
cose che ci appartengono sono ancora sconosciute e non sono trasformate in possibili mete ambite dai turisti ( ” Napoli Velata ” ha messo in luce tesori nascosti da riservare ); ” insolita ” perché vuol alludere alle accezioni di peculiari, nostrani, esclusivi ed originali. Non è una guida dal gusto turistico-generico ma valida e ricca di novità atipiche e che si riferisce al cittadino già dotato di una raffinata culturale, è come se si trattasse di una specie di catalizzatore. Ci sarebbe bisogno anche di un nucleo di nicchia, dotato
appunto di persone esperte del mestiere, che possa incentivare e stimolare la fruizione delle nostre zone. Successivamente l’intervento è stato quello dell’autrice Maria Franchini che ci ha subito illuminati in medias res : ” il vero turismo è sinergia tra tutte le Pro Loco. Non bisogna guardarci l’ombelico ”. Attualmente non si sa davvero cosa sia la Campania che non è probabilmente e sicuramente solo identificabile con la straordinaria città di Napoli. Sa di aver lanciato una bella sfida e infatti all’inizio non trapelava troppa fiducia dal momento che addirittura al suo libro venne affibbiato erroneamente, dal punto di vista verbale, il termine
” campagna ” anziché Campania. In realtà, il libro ha poi avuto un grande esordio ed è stato riconosciuto all’autrice di aver dato un volto diverso all’Italia. Poi è entrata nei dettagli sostanziali delle pagine costituenti la guida di cui do ( per la resa integrale degli argomenti, se ne consiglia vivamente la lettura ) di seguito un breve elenco delle cose trattate e messe all’attenzione degli astanti: il Castello di Cervinara nel territorio della Irpinia, che si conserva in un buono stato, è dotato di rilievi con significati nascosti, pitture
che richiamano la ” Gerusalemme liberata ” di Tasso e ci sono persino segnali che preannunciano la nascita della Massoneria; le Bolle della Malvizza, vulcanetti di fango lungo l’Appennino campano, che venivano chiamati dai romani ” Inferi ” e luogo di Mefite, divinità preromana e poi entrata nell’albo delle divinità romane, la quale avrebbe fertilizzato la terra che usciva da questi vulcanetti; la Madonna incinta su Montecalvo, protetto anticamente dal papato e dove i templari si rifugiarono, è una rarità magnifica poiché dopo il Concilio di Trento tutte le madonne incinte furono bandite; a Flumeri o Fontanarosa, c’è il
cosiddetto obelisco di paglia o carro di grano e carro dei gigli che rappresenta il legame tra le dure fatiche dei contadini e la fede. Inoltre, se il giglio dovesse cadere, ciò potrebbe testimoniare un’imminente tragedia. In ogni caso, si tratta di antichi riti di ringraziamento alle divinità delle messi; ai Cento Carnevali Irpini costituiti da pochi o nessun carro vi si manifestano riti contadini che mirano a cacciare l’inverno per annunciare la primavera. Il carnevale, in un certo senso, deve essere ” ucciso ”. Nell’entrata della grotta sono raffigurate una morte e una rinascita simboliche allo stesso tempo. Ci sono vari miti riesumati, tipo quello di Proserpina; il Palazzo abbaziale di Loreto in cui i monaci si rifugiavano per il freddo; la Madonna di Montevergine
che è l’icona più grande del mondo, con il corpo della Madonna fatto solo successivamente; il Trono della Madonna in Montevergine, forse donato da Federico II che era un cultore della cultura islamica; Benevento, unica città che custodisce statue egizie ( 42 ) fatte unicamente per esso e si racconta che Diocleziano, che riuscì a salvarsi, divenne per l’appunto cultore di Iside; il Chiostro di Benevento in cui è rappresentato il bene e il male e c’è già una forma di presepe scolpito, quindi prima di San Francesco; a Nola, città della cartapesta, molte statue iniziarono ad essere prodotte in questo modo poiché il marmo non
si poteva utilizzare per mancanza di soldi; a Cimitile, abbiamo tante basiliche paleocristiane e c’è un affresco della Maddalena incoronata, inoltre iniziarono a tramandarsi tante leggende sulla Maddalena, moglie di Cristo; il Museo della Madonna dell’Arco che è il più ricco del mondo e simboleggia la dedizione degli ex voto. Percorre un arco di tempo dal 1500 fino ai giorni nostri e ha un enorme valore sociologico; la Villa di Somma Vesuviana che doveva essere di 20000 mq, distrutta nel 1472, e che è un insieme di edifici; a Baia Marina è possibile vedere nelle profondità delle acque frammenti artistici grazie all’attività
di bradisismo; il cavallo napoletano, di alta scuola, estinto agli inizi del ‘900, proveniva da ogni parte della Campania e costituiva all’estero una sorta di mito. Più recentemente un allevatore di Sorrento ha voluto rimettere in fieri questa razza; a Sant’Agata dei Due Golfi vi è stato rinvenuto un vaso in cui è raffigurata la sirena Parthenope, forse testimonianza di un tempio dedicato alla sirena; il Battistero di Nocera, unico al mondo e costruito per ordine di Costantino al fine di inneggiare alla vittoria sui Goti; il Ponte Tibetano del Castello di Lavanio fatto interamente in corda e reso in modo tale da non
provocare eventuali vertigini; a Valva ci sono gli spettatori di pietra; il Museo del Cognome a Padula, in cui vi si ripercorrono le storie onomastiche di ogni tipo di famiglia; a Sant’Angelo a Fasanella vi è il guerriero scolpito nella pietra, meta anche di pellegrinaggio per adorare il Dio locale; a Maddaloni la caratteristica delle sole donne alluttate che portano con sé già il segno della resurrezione; infine a Rongolisi vi sono i cosiddetti quadri votivi. Chiudendo questa rassegna, la Franchini ha poi parlato di come siano ancora tante le feste pagane e di come la Campania sia una delle regioni più ricche al mondo dal punto
di vista artistico con tanti siti dell’ Unesco. A dispetto di molti, gli etnologi considerano il popolo campano davvero raro per la straordinaria conservazione di così tanti monumenti. Accingendoci verso la fine, la parola poi è passata a Don Roberto, il quale ha parlato dell’arte come specie di esperienza mistica che deve compiere il fruitore. Arte anche come sorta di verità al cospetto di un dialogo interiore per riferirci per esempio al ” Secretum ” di Petrarca. C’è Ugo di San Vittore che poi ha espresso ad esempio l’appello ” Dalle creature al Creatore ” sostenendo che le creature ricompensano Dio attraverso la realizzazione appunto delle opere estetiche. Nella guida della Franchini molti monumenti sono perlopiù di matrice religiosa e ciò testimonia
una predisposizione dell’animo che si eleva verso Dio. Alla fine del suo intervento, ha sollecitato la Pro Loco di Sessa affinché possa essere allestita in futuro anche un’infiorata per il Corpus Domini e poi ha sostenuto come alcune cose scritte nel libro siano sicuramente rinomate. Alla prima considerazione il Dott. Ago ha risposto positivamente e ha affermato il futuro impegno nella presa delle dovute misure; alla seconda l’autrice Franchini ha risposto che il suo progetto non è quello di voler far apprendere
in superficie luoghi che magari già sono conosciuti, ma invece verte sul voler dare uno sguardo storico e lucido nelle viscere e in profondità di queste bellezze. In conclusione è intervenuta la Dott.ssa Fiore, la quale ha parlato di come sia spesso difficile trasmettere le nostre cose all’esterno e ha sottolineato la sensazione di grande piacere che ha avuto nell’incontrare circa tre anni fa l’autrice della guida. Dopo alcune domande da parte del pubblico, Rozera ha concluso l’incontro manifestando il suo entusiasmo e sostenendo la vittoria di questo libro che ha portato questa terra sotto gli occhi del mondo intero.
Io termino mettendo in risalto alcuni aspetti: molte volte i vari modi di considerare la storia e i problemi del presente sono dettati da una scarsa conoscenza della realtà effettiva del passato e da una serie di fraintendimenti sull’autentica e complessa natura storica delle nostre risorse. L’ invito non solo è stato quello di riuscire sapientemente ad esaminare le bellezze artistiche del territorio sotto vari fattori ( magari possiamo riferirci ai quattro piani di lettura proposti in passato da Agostino di Dacia: la lettera insegna i fatti, l’allegoria ciò a cui devi credere, la morale ciò che devi fare, l’anagogico ciò a cui devi tendere ) ma soprattutto ad essere turisti del proprio paese.
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